Domenico Barbieri fu l’ultimo degli undici figli di una famiglia di contadini della provincia di Viterbo, nato il 22 giugno 1792. Imparò da solo a leggere e a scrivere, entrò nei passionisti e fu ordinato sacerdote a Roma nel 1818.
Divenne provinciale dell’ordine e nel 1840 fondò una provincia in Inghilterra, costituita da quattro case.
Sin dai primi anni di vita religiosa, Domenico sviluppò un fortissimo desiderio di lavorare in Inghilterra, dove ancora i passionisti non erano diffusi, perché si credeva che non fosse un ordine adatto alla mentalità e allo stile di vita inglese.
Nel 1814, ancora novizio, scrisse: «Un giorno di fine ottobre o inizio novembre, a mezzogiorno, mentre stavo pregando davanti all’altare della Beata Vergine, mi fu rivelato quando e dove, come sacerdote ordinato, avrei lavorato tra i cristiani dissidenti: in Europa nord-occidentale, in Inghilterra in particolare».
Attribuì all’ispirazione divina una nota profetica in uno dei suoi scritti ascetici composti prima dell’inizio della sua opera missionaria: «Inghilterra, cara Inghilterra, quel destino sul quale tu, terra devota, hai pianto così spesso, ora ti riporta nuovamente all’ovile. Il tempo in cui vedrai la rinascita della fede dei primi credenti non è lontano».
Fu aggregato a una parrocchia a Lane End, nello Staffordshire, e iniziò a predicare le missioni.
Era un periodo nel quale sia i cattolici che i protestanti amavano evocare il fuoco dell’inferno e l’immoralità ai loro ascoltatori, invitandoli a portare testimonianze personali del loro pentimento. Fu questo «provocatorio approccio alla colpa e alla grazia» (Heimann) più che la nuova devozione di origine italiana a contraddistinguere la predicazione dei nuovi ordini come i passionisti.
Domenico Barbieri all’inizio venne ridicolizzato per l’inglese scorretto e l’aspetto trascurato, che gli guadagnò il soprannome di “garzone irlandese”. Ma il popolo, specialmente i poveri, rimasero presto favorevolmente colpiti dalla scelta di povertà di Domenico e dall’atteggiamento cristiano verso i suoi persecutori: ad esempio, una volta baciò le pietre che la gente gli aveva tirato.
Gli vennero anche attribuiti poteri miracolosi e iniziarono a diffondersi racconti di avvenimenti straordinari: per esempio si narrava che un ciabattino che lo aveva incontrato era ritornato a casa e, disegnata una croce sul muro, aveva iniziato a tirare degli oggetti contro di essa, facendosi beffe di Domenico. Subito, sotto lo sguardo atterrito dei suoi familiari, un braccio gli si era come paralizzato. La gente iniziò a far silenzio al suo passaggio per le strade, i bambini si inginocchiavano per ricevere la sua benedizione e le madri gli presentavano i propri bambini perché imponesse le mani su di loro. Domenico attribuì il successo alla scelta di povertà e al fatto che facesse sempre l’elemosina.
Domenico può essere considerato un ecumenico che pensava che la testimonianza di un’esistenza cristiana più sincera tra i cattolici fosse il miglior mezzo per arrivare all’unità.
Accolse Giovanni Enrico Newman nella Chiesa a Littlemore 1’8 ottobre 1845 e questo fatto lo rese immediatamente celebre, ma anche denigrato da molti che iniziarono a considerarlo un italiano pericoloso mandato da Roma per convertire Newman con astute e “gesuitiche” pseudoargomentazioni.
Domenico morì a Reading il 27 agosto 1849. Fu beatificato il 27 ottobre 1963.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Reading in Inghilterra, beato Domenico della Madre di Dio Barberi, sacerdote della Congregazione della Passione, che, dedito alla ricostituzione dell’unità dei cristiani, riaccolse molti fedeli nella Chiesa cattolica.
Nome: Beato Domenico della Madre di Dio Barberi
Titolo: Sacerdote passionista
Nome di battesimo: Domenico Bàrberi
Nascita: 22 giugno 1792, Viterbo
Morte: 27 agosto 1849, Reading, Inghilterra
Ricorrenza: 27 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione