CARLO ACUTIS BREVE BIOGRAFIA
Da 0 a 7 anni
Carlo nasce a Londra il 3 maggio 1991 in una famiglia agiata. È un bambino precocissimo e curioso, presto cresce in lui il desiderio di andare ogni giorno a Messa e fare la Comunione il più possibile; bruciava dal desiderio di ricevere il Signore, tanto che a 7 anni è già pronto a ricevere il Sacramento grazie ad un permesso speciale. Dopo quella prima Comunione non mancherà mai all’appuntamento quotidiano con la Messa e ad una breve adorazione eucaristica prima o dopo la celebrazione: questo incontro quotidiano con Dio era per lui fondamentale.
Carlo a scuola
Durante le scuole elementari era un ragazzo molto vivace, aveva un temperamento socievole ed attirava facilmente le simpatia altrui per la sua gentilezza e bontà; qualche volta veniva anche lui senza aver studiato inventando qualche giustificazione poco fantasiosa, a volte annoiato e distratto, qualche volta sbuffava, ma riusciva sempre a superare quei momenti con la sua forte carica d’amicizia. Gli interessava sempre parlare con i compagni, discutere con i professori, perché per lui ogni persona era importante, ogni uomo era per lui un fratello, un maestro che poteva arricchirlo e che poteva arricchire; era amico di tutti, ma soprattutto di chi aveva più bisogno; anche i compagni che non credevano volevano stare con lui chiedendo consigli e aiuto, lo cercavano perché con Carlo si stava bene, c’era qualcosa in lui che attraeva, non era uno che amava le mode, non nascondeva mai qual era la sua fonte di felicità tantoché invitava i suoi compagni ad andare insieme a messa a riconciliarsi con Dio; aveva attenzione verso coloro che percepiva un po’ tagliati fuori e la delicatezza di accorgersi fin dai primi giorni di scuola di chi faceva più fatica e si affiancava a loro. Aveva insomma la capacità di creare e facilitare relazioni, di trasmettere fiducia e vicinanza senza invadenze ed una fortissima personalità da non permettere a nessuno di fare atti di bullismo o di prepotenza contro i più piccoli. Ricorda un professore che non ebbe paura di far conoscere a tutti che era un cristiano, uno che ci credeva sul serio, né di parlare di affettività o del tema dell’aborto: respingeva con forza, con coraggio e con audacia la sola idea e non aveva paura di pensare e dire diversamente dalla massa. Questo era Carlo: la testimonianza che Gesù è quel Vangelo che molti hanno dimenticato e che inconsapevolmente combattono, mentre lui non aveva paura alcuna di andare controcorrente perché viveva nel mondo, ma senza essere omologato al mondo e non amava il silenzio della indifferenza, ma aveva il coraggio di dire, senza però presunzione.
Come trascorreva il tempo?
Pur essendo ricco non faceva assolutamente mai sentire sugli altri alcun complesso di superiorità dovuto alla sua estrazione sociale, ma era estremamente alla mano ed affabile con tutti, dai domestici di casa fino ai mendicanti. Come tutti amava però anche guardare i cartoni animati, era appassionato di animali e gli piaceva giocare anche la Playstation con gli amici. Sapeva che per Seguire Gesù occorre una grande umiltà e un grande spirito di sacrificio; testimoniava non solo con le parole la Fede, ma soprattutto con l’esempio Carlo non cercava di imitare nessuno che non fosse stato il Signore, il volto di Gesù e lo specchio Divino nel quale guarda se stesso e gli dice come deve modellarsi ogni giorno ad immagine di quel volto divino. Carlo crede che ogni uomo che vive sulla terra riceva una particolare confidenza da Dio, ognuno di noi è come un arruolato nei servizi segreti del cielo, ognuno di noi ha un messaggio particolare da donare agli altri, ogni vita è un’avventura stupenda, un fantastico romanzo divino e umano da sfogliare ogni giorno per giorno. Era un ragazzo assolutamente normale, ma con un’armonia assolutamente speciale. Intorno agli 11 anni gli viene chiesto di fare il catechista e da lì nasce in lui il desiderio di far comprendere la grandezza dell’Eucaristia.
L’informatica, uno strumento per Gesù
Si tratta di un ragazzo particolarmente dotato per l’informatica, tantoché sia i suoi amici che gli adulti laureati in informatica lo considerano un genio. Ad 8 anni riceve il primo computer e già utilizzava molto il PC per giocare, per imparare a conoscerlo meglio acquistava manuali di informatica per universitari e imparava il linguaggio di programmazione; era autodidatta; studiava ogni genere di programmi, poteva scrivere giornalini, realizzare video e curare il sito internet della sua parrocchia e del liceo. Carlo utilizzava la rete del web per pescare altri ragazzi come lui per salvarli con il Vangelo dal mare del non senso. Confidò che quando ricevette il sacramento dello Spirito Santo sentì come una forza misteriosa che lo aveva avvolto e fatto crescere nella devozione eucaristica. L’umiltà è una virtù che ha inventato Gesù: per un uomo l’umiltà è riconoscersi piccola creatura. Per Carlo trascorrere del tempo in preghiera davanti all’eucaristia è come frequentare una scuola d’amore e non si accontentava di comportarsi correttamente, di essere un bravo ragazzo, egli voleva donare se stesso a Dio per essere utile ai fratelli. Diceva che se Dio non ci fosse stato sarebbe stato da inventare! Così gli viene l’idea di realizzare una mostra sui miracoli eucaristici riconosciuti dalla Chiesa e dopo 3 anni la mostra è pronta e comincia ad essere richiesta non solo nelle diocesi italiane, ma in tutto il mondo. Tantissimi conoscono Carlo proprio per questa rassegna straordinaria dei Miracoli eucaristici fatta per sensibilizzare i giovani, ma anche gli adulti perché voleva che tutti conoscessero Gesù attraverso internet.
L’amore per Gesù eucaristico
Il grande amore di Carlo dunque è stato Gesù eucaristico che per lui era tutto: dopo la morte di Carlo sono avvenuti diversi miracoli eucaristici come nel 2006 in Messico e nel 2008 e 2013 in Polonia. Pregare davanti all’Eucaristia gli consentiva di essere leggero di fronte a tutto quello che la vita gli chiedeva, in casa o a scuola. Soprattutto imparare come si sta con gli altri. Carlo era attirato a cercare l’essenza di tutto, vedendo in ogni persona e in ogni circostanza quel volto amoroso che ha imparato a riconoscere nell’Eucaristia e per fare questo abbiamo bisogno dell’aiuto stesso di Dio, cioè dei Suoi sacramenti. Se la nostra vita fisica per sussistere, ha continuamente bisogno di nutrimento, lo stesso vale per la nostra vita spirituale. Il Signore vuole bene a tutte le creature, ma dobbiamo usare bene il libero arbitrio. Durante questo cammino, con la croce di Gesù, possiamo santificarci, ma per diventare santi occorre allenare la volontà. Ognuno di noi nasce “speciale” e tutti siamo chiamati alla santità; nessuno si escluda dalla corsa. Dice il suo parroco: aver scoperto Gesù Cristo, innamorarsi di Lui perdutamente lo distingueva dai suoi tanti coetanei; l’incontro con Gesù sconvolse la sua esistenza, nel suo volto trovava l’amico il maestro, il Salvatore, la ragione stessa della sua esistenza, non poteva vivere senza di lui, senza Gesù nel suo vivere quotidiano non si comprenderebbe nulla di questo ragazzo in tutto simile ai suoi amici, ma che custodiva in se questo segreto prezioso; sceglieva liberamente e sempre più consapevolmente di seguire Gesù con grande entusiasmo, di vivere sempre più stretto a Lui nella vita divina.
La confessione e la devozione mariana
Carlo si accostava settimanalmente al Sacramento della riconciliazione: il confessarsi spesso era per lui un modo per superare con la grazia gli ostacoli che intralciano il cammino spirituale; per lui la confessione era un colloquio con Dio per poter progettare il futuro, cercava di farsi migliore, sempre più Santo perché la santità è la vera riuscita dell’uomo. Carlo voleva vivere con lo sguardo che sa innalzarsi a contemplare il Padre che è nei cieli, sentiva che la malinconia umana ha origine dalla pesantezza dell’egoismo e aveva ben presente che l’uomo è stato creato per l’infinito di Dio, così scopriva la strada per congiungersi alla gioia eterna. Consacrò alla Madonna la sua vita e a Lei ricorreva nei momenti della necessità, affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e Fatima era fedele alla recita quotidiana del Rosario chiamato il suo appuntamento galante, poiché la Madonna era l’unica donna della sua vita: diffondeva la devozione mariana tra i conoscenti, visitava i suoi santuari più famosi, invitava molti a vivere i messaggi della Madonna, aiutava più persone che poteva a salvarsi l’anima. Carlo offriva preghiere, penitenze e Comunioni in loro suffragio, scuoteva le coscienze e invitava a guardare spesso all’aldilà che non tramonta. Carlo affidava la sua purezza alla Madonna e non conosceva compromessi, era umile, prudente e ardente. Di fronte alla pornografia che dilaga e che insozza la bellezza dell’amore umano Carlo ci ricordava lo splendore della castità; contagioso nella fede, questo giovane diventava fuoco che si appicca e dovunque incendia di verità e di amore. Carlo ama molto leggere le vite dei Santi, i suoi preferiti sono San Giovanni apostolo, Sant’Antonio di Padova e San Francesco d’Assisi. In fondo assomiglia molto al poverello che da ricco si fa povero. Aveva anche approfondito la vita di don Bosco e di altre figure di santità salesiana.
Inconcepibile sciupare l’esistenza non mettendo a frutto i talenti ricevuti da Dio
Colpito particolarmente dalle vicende prodigiose della beata Alexandrina Maria da Costa: per molto tempo paralizzata a letto, si era cibata per oltre tredici anni soltanto con l’ostia consacrata e questo rafforzò la sua fede nella centralità dell’Eucaristia per la sua vita. Dopo la Cresima la sua vita ebbe una forte accelerazione: Carlo appariva ancora più spiritualizzato perché traspariva dai suoi occhi puri un’anima limpida, sembrava un altro Domenico Savio. Sapeva però che non bisogna idolatrare nessuno. La fede di Carlo è concreta e “realista”. Il suo essere vicino a Dio lo ha aiutato ad essere più vicino alla sua famiglia, ai suoi amici, a tutte le persone che incontrava e che trattava nobilmente. Da qui la necessità di mettere Dio al centro della propria esistenza, di cambiare rotta, di compiere quel passaggio dalla mediocrità a Dio; non dando ascolto alle sirene che allettano nei mass media o nelle strade del mondo; non voleva perdere per delle sciocchezze il tesoro nascosto che aveva trovato. Era inconcepibile per lui che si sciupasse l’esistenza non mettendo a frutto i talenti ricevuti da Dio. La battaglia si gioca all’interno del nostro cuore e il nodo principale è togliere spazio al nostro egoismo per lasciare spazio a Dio. Si era prefissato di dedicare, infatti, ai videogiochi solo poco tempo a settimana, per dedicarlo a cose più importanti. Il suo programma di vita era essere sempre unito a Gesù.
La malattia e la morte
Nel 2006 fu visitato dalla malattia, quella che sembrava una semplice influenza si mostrò ben presto una forma molto rara di leucemia, tanto che avrebbe dovuto fare delle cure per guarire. Nonostante i medici dicevano che soffriva molto e che la notte non dormiva a causa dei dolori, rispondeva di stare sempre bene e che c’era chi pativa più di lui. Affrontò la morte serenamente perché era l’incontro con Gesù. Come Cristo, Carlo offrì la sua chiara e splendente gioventù alla morte. Poi un’emorragia cerebrale inattesa ed il suo cuore si fermò la mattina del 12 ottobre 2006. Il suo corpo emanava odore di gigli. Ai funerali un clochard teneva alto un cartello: “Muore giovane colui che al Cielo è caro”.
One Comment on “Beato Carlo Acutis intercedi per noi”
Beato Carlo Acutis influencer di Dio intercedi per la guarigione fisica di zio Michele perché possa riacquistare le forze! 🙏