Date voi stessi da mangiare
Che cos’è l’eucaristia ? Forse a questa domanda risponde la festa di oggi. E’ la festa del corpus domini che viene dopo la Pentecoste e la festa della santissima trinità.
E il vangelo prova a rispondere a questa domanda raccontandoci questo episodio della vita di Gesù. Una folla affamata che ha ascoltato Gesù per un’intera giornata e l’imbarazzo dei discepoli che davanti alla fame di quella folla vogliono scappare. Congedala perché torni a casa dicono i discepoli a Gesù.
Ma Gesù invece vuole educare i propri discepoli, vuole dire che davanti ai bisogni della gente non bisogna scappare che la gente non bisogna intrattenerla soltanto in maniera amichevole come se stiamo seduti attorno a un tavolino a prendere un tè, ma la gente va presa sul serio proprio per la propria fame che è una fame molto più profonda che non è semplicemente la fame di pane, la fame di senso, di amore e di vita.
E’ questa la fame che Gesù prende sul serio; l’eucaristia è innanzitutto un Dio che prende sul serio la fame nostra, la fame di vita, di amore, di senso, è un Dio che non soltanto guarda o sta a guardare questa fame ma provvede a questa fame e lo fa innanzitutto inchiodando i discepoli cioè noi cristiani a non scappare davanti alla fame della gente perché è attraverso le nostre mani attraverso la disponibilità delle nostre mani che quella fame poi viene saziata. Date voi stessi da mangiare.
Non è Gesù a distribuire quel pane, lascia che siano i discepoli, lui si limita a prendere quel poco che hanno nelle tasche i discepoli quei cinque pani e due pesci e li moltiplica lo fa bastare per tutti. Il miracolo dell’eucaristia innanzitutto un Dio che prende sul serio questa fame e poi prende la nostra povertà la moltiplica e la fa diventare cibo per una folla affamata.
L’eucarestia è la sua presenza, la sua compagnia , è qualcosa che intercetta tutte le fami che ci portiamo nel cuore. Un cristiano non eucaristico, cioè un cristiano staccato dell’eucaristia è un cristiano che si deve tenere questa fame e se guarda Dio da lontano, cioè se non lo fa entrare concretamente dentro la propria vita, che praticamente significa se noi non prendiamo la comunione o non abbiamo un atteggiamento profondo nei confronti dell’eucaristia, possiamo al massimo interpretare la nostra fame ma non saziarla e Dio non è uno che interpreta i nostri bisogni è uno che li sazia, soltanto che li sazia un po’ alla volta, li sazia in una maniera molto più misteriosa di quella che noi ci immaginiamo ma in una maniera molto più profonda.
Per questo il nostro cristianesimo è un cristianesimo eucaristico cioè un cristianesimo che prende sul serio la fame di senso di verità e di amore, è un cristianesimo a cui Dio ha risposto e a cui ogni cristiano deve prestare le mani perché questo miracolo della moltiplicazione e del saziare la folla possa ripetersi.
C’è bisogno del nostro sì , c’è bisogno che ci siano ancora persone disposte a distribuire questi pani e questi pesci. Dio è uno che agisce sempre attraverso l’umanità di qualcuno ma se non c’è l’umanità di qualcuno questo grande dono e questa grande grazia rimangono sprecati.
La festa del Corpo di Cristo, dell’eucaristia, non è semplicemente qualcosa che Dio ha fatto per ciascuno di noi ma la grande responsabilità di distribuire quello che Dio ha fatto per ciascuno di noi. Chiediamo al signore di aiutarci in tutto questo, di farci diventare anche a noi collaboratori eucaristici, collaboratori di una fame che può essere saziata.