Conosciamo la Vita di san Filarete grazie ad un solo manoscritto, del 1308 (Mess. Gr 29, ff. 314); ed è già un miracolo: di quasi tutti i santi ortodossi dell’Italia Meridionale – specie di quelli vissuti dopo l’invasione Normanna – sono “sparite”, non tanto misteriosamente, Vite originarie, ufficiature, icone, reliquie, e spesso anche la stessa memoria. La Vita è opera d’un certo Nilo, monaco nello stesso Monastero in cui Filarete praticò la sua ascesi, ma che, nonostante quanto dichiari, non sembra aver conosciuto personalmente il Santo. La “Vita” di S. Filarete fu edita, in trad. latina, in “Acta Sanctorum Apr. “, t. I, pp. 606 618. Il testo greco è ancora inedito, eccettuati alcuni brani pubblicati dal Rossi-Taibbi in un excursus alla ” Vita di S. Elia il Giovane “, pp. 189-194.
Ne scrivono anche il P. Caietano in “Vitae Sanctorum Siculorum”; il Mongitore nel “Palermo santificato“; il Fiore in “Calabria illustrata“; l’Inveges in “Palermo sacro“; Pietro Forte in “Vita dei Santi palermitani” il Perdicaro in “Vita dei Santi Siciliani“.
Nacque a Palermo nel 1020, secondo altri scrittori nella regione di Demenna (Valdèmone ), dominata dalla catena montuosa dei Nebrodi, forse da genitori calabresi, originari di Sinopoli o Tauriana. Al Battesimo gli fu imposto il nome di Filippo, in onore del Santo di Agira, il “Cacciaspiriti“. Crebbe in ambiente maomettano, ma mantenne viva la fede cristiana; all’età di 18 anni, quando arrivò in Sicilia l’esercito bizantino al comando di Giorgio Maniace, seguendo una ispirazione divina, si recò in Calabria a Sinopoli.
Giunto all’età di 25 anni si spostò nella Regione delle Saline, il versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria, sconfinata Tebaide ove sorgevano circa 100 monasteri: il più famoso era quello Imperiale, fondato nell’884 da S. Elia di Enna (detto il Nuovo) a cui si indirizzò Filippo.
Qui l’igumeno (abate) Oreste lo rivestì dell’abito Basiliano e lo chiamò Filarete, cioè “pescatore“ e fu il suo maestro spirituale. Si ispirò come condotta di vita a Mosè, al Profeta Elia, ad Antonio Abate e ad Elia di Enna, di cui teneva la vita manoscritta. La sua mansione era quella di portare al pascolo il gregge; poi gli venne affidato un terreno da coltivare, su cui costruì una umile dimora. Donava ai poveri i prodotti del suo lavoro, sovvenendo ai bisogni del monastero e dei numerosi poveri, cercando di esaudire tutti. Ma la vita trascorsa tra privazioni, patimenti e duro lavoro venne presto indebolita e Filerete si ammalò gravemente. Trascorse la notte in preghiera, circondato dai confratelli e morì all’alba del 6 aprile 1070, all’età di cinquant’anni.
Fu sepolto nella Chiesa del Monastero di Monte Aulinas, fondato nell’884 da S. Elia di Enna, poi denominato dei Santi Elia e Filarete nel 1133, presso Palmi, ove sorge una chiesetta, intitolata nel 1958 ai Santi Elia e Filarete, sui ruderi dell’antico Monastero, poi dedicata alla Madonna della Neve. E’ segnato nel Calendario Liturgico Bizantino al 6 Aprile come monaco italo-greco, morto nel 1060 (1170 ?). Fu iscritto nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino Doria (1608- 1642). Nel Santuario della Madonna dei Poveri di Seminara (RC), edificio fondato in età medievale, distrutto nel 1783, ricostruito nel 1785, abbattuto nel 1908, riedificato nel 1929 ed elevato a Basilica nel 1940, sul lato sinistro del presbiterio erano custoditi in una nicchia (oggi nel Museo del Santuario): braccio-reliquario argenteo quattrocentesco di S. Filareto (prob. opera di L. De Sanguini, del 1451), con mano rifatta da D. Vervare nel 1605, e con iscrizioni (pezzo proveniente dal distrutto Monastero di S. Filareto, fondazione monastica basiliana del X secolo);
Testa-reliquario argentea di S. Filareto, con iscrizione dedicatoria e datazione (opera di orafo messinese, datata a. 1717, proveniente anch’essa dal Monastero di S. Filareto).
La città di Palermo fece istanza all’Abate Generale dell’Ordine di S. Basilio D. Pietro Menniti di concedere alla patria del Santo concittadino una Reliquia del Santo.
Questi chiese la facoltà al Sommo Pontefice Clemente XI che la concesse volentieri, “poiché sappiamo che in Palermo si venerano le Reliquie“, così come attestato dallo stesso P. Abate Generale, che il 4 ottobre 1701 estrasse il Braccio di San Filarete e lo portò con sé a Palermo.
La Traslazione fu celebrata con solenni suppliche il 14 Gennaio 1703 dalla Chiesa di S. Basilio alla Chiesa Cattedrale. La celebrazione fu iscritta nel Martirologio della Chiesa Palermitana nella stessa data. La festa della Traslazione delle Reliquie di San Filarete si celebrò fino al 1929; quella del Santo fino al 1958, quando è stato espunto dal Calendario Diocesano.
Nell’anno 2005 la Chiesa Ortodossa d’Italia gli ha dedicato una chiesa a Seminara (RC) ricordandolo insieme a Sant’Elia di Enna.
Nome: San Filarete di Calabria
Titolo: Monaco
Nascita: 1020
Morte: 6 aprile 1070
Emblema: zappa
Martirologio romano : Nel monastero di sant’Elia sul monte Aulina presso Palmi in Calabria, san Filarete, monaco, fu molto dedito alla preghiera.