Lutgarda, o Lutgardis, rientra in quel gruppo di mistiche medievali che hanno avuto una relazione speciale con la vita terrena del Cristo e benché non abbia composto musiche, come Ildegarda di Bingen (17 set.), o scritti, come Giuliana di Norwich (13 mag.), la sua esperienza spirituale può essere paragonata alla loro. La sua vicenda conferma l’affermazione che i mistici non sono personalità esoteriche con un gusto particolare per il fantastico ma uomini o donne che hanno un contatto con la realtà più concreto della maggior parte degli altri cristiani.
Nata a Tongres, tra Bruxelles e Maastricht, fu mandata, dodicenne, nel monastero benedettino di S. Caterina a Saint-Trond, per la semplice ragione che il padre aveva perduto, in una speculazione commerciale, il capitale della sua dote matrimoniale. Aveva affidato a un mercante i venti marchi della dote da far fruttare, ma questi era tornato da un viaggio in Inghilterra con un solo marco. Lutgarda, senza dote, non poteva così aspirare a un matrimonio conveniente, perciò fu mandata in convento. Non mostrava alcun segno di vocazione religiosa, amava gli abiti eleganti e i divertimenti come tutte le ragazze della sua età, e dalle monache era vista più come una convittrice che una futura consorella. Un giorno mentre stava conversando con un’amica le apparve Cristo, che le mostrò le sue ferite dicendole di seguirlo, e da quel momento in poi Lutgarda rinunciò a tutti i legami mondani. Vedendo questo suo improvviso fervore, le suore pensarono a una fase passeggera ma ella viveva davvero vicino al Cristo parlandogli, nella preghiera, con familiarità ed ebbe anche una visione della Vergine Maria con S. Giovanni Evangelista, apparso sotto la forma di aquila.
Durante la sua meditazione della passione di Gesù sembrava condividere realmente le sue sofferenze, e la sua simpatia si rivolgeva a tutti coloro che soffrivano nel corpo o nello spirito.
Rimase nel monastero di S. Caterina per dodici anni e poi, alla ricerca di una regola più severa, si trasferì nella comunità cistercense di Aywières, a sud di Liegi, su consiglio del suo confessore. La sua lingua era il fiammingo mentre ad Aywières si parlava solo francese, e poiché padroneggiava poco anche la sua lingua natale questa incapacità di comunicare con facilità divenne una forma di mortificazione: viveva in un contesto straniero con grande umiltà, facendo lunghi digiuni e rammaricandosi per la sua scarsa gratitudine alle grazie che aveva ricevuto da Gesù.
Nonostante il suo pessimo francese divenne una famosa direttrice spirituale e guaritrice, con una penetrazione delle Scritture acquistata nelle lunghe meditazioni c preghiere. Nel 1235, undici anni prima della morte, perse la vista e accettò quest’infermità come un dono di Dio fattole per separarla dal suo mondo fisico. Quando sentì che la morte si avvicinava, percepì che doveva preparasi a quell’incontro in tre modi: ringraziare Dio per le grazie che aveva ricevuto; pregare in modo incessante per la conversione dei peccatori; confidare in Dio solo per tutte le cose, attendendo pazientemente il momento del suo transito verso di Lui per sempre. Morì il sabato dopo la festa della Santa Trinità, proprio quando iniziavano gli uffici notturni della domenica. Durante la Rivoluzione francese il monastero di Aywières fu distrutto e le suore vennero costrette a vagare di luogo in luogo, portando seco le reliquie di Lutgarda, che trovarono un rifugio sicuro nella chiesa parrocchiale di Ittre nel 1804.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero delle monache cistercensi di Aywières in Brabante, nell’odierno Belgio, santa Lutgarda, vergine, insigne per la devozione verso il Sacro Cuore di Gesù.
Nome: Santa Lutgarda
Titolo: Religiosa
Nascita: 1182, Tongeren
Morte: 16 giugno 1246, Aywieres
Ricorrenza: 16 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione