Nacque nel 1566 da nobilissima famiglia fiorentina. Crebbe nella pietà, nell’amore alla ritiratezza, alla meditazione ed alla mortificazione.
Fin da piccola radunava le fanciulle e con lo zelo di apostolina insegnava loro le preghiere e il catechismo. La sua meditazione prediletta era la Passione del Signore, che la infiammava del desiderio d’amare tanto Gesù, e di patire con lui. La SS. Eucarestia attirava in modo singolarissimo questa fanciulla. Il suo cuore era infiammato del suo Gesù e godeva sensibilmente nello stare accanto a chi aveva appena fatto la S. Comunione. A dieci anni ricevette la Prima Comunione. A dodici anni offrì il suo cuore verginale all’Amante Divino.
Quando suo padre le propose un vistoso matrimonio, ella rispose che non vi poteva più pensare: Gesù la chiamava alla vita religiosa. Dopo varie contrarietà ottenne l’assenso desiderato, ed entrò nel monastero delle Carmelitane di Firenze, ove vestì l’abito religioso (a 15 anni). Durante il noviziato fu l’esempio e la ammirazione di tutte le consorelle, per la sua infiammata carità e per il suo gran desiderio di patire.
Nel maggio del 1584 fece la sua professione religiosa, mutando il nome di Caterina in quello di Maria Maddalena. Da quel punto incominciarono quelle estasi meravigliose che resero celebre la Santa. Era rapita fuori dei sensi dopo la S. Comunione, durante la comune preghiera od anche mentre attendeva alle ordinarie occupazioni.
Sempre assetata di patire, il Signore la visitò colla sua croce. Permise che il demonio la tormentasse orribilmente con ogni sorta di tentazioni, ed ella, angosciata, pregava e martoriava il suo corpo con cilici, discipline, veglie e digiuni. Ma a nulla pareva giovassero queste penitenze, anzi sembrava crescesse la forza del maligno. In questo stato d’animo, tutto le spirava orrore: non aveva un momento di pace, onde qualche volta pregava le consorelle che avessero pietà e pregassero per lei. Tutto le era insopportabile ed anche la comunità ora la disprezzava, tacciandola di ipocrita e di illusa. Gesù volle farle sorbire fino all’ultimo sorso il suo amaro calice. Passarono così cinque lunghi anni. Finalmente la tempesta cessò ed insieme alla pace e alle consolazioni ebbe il dono della profezia. La sua unione con Dio divenne ancor più perfetta. Fu eletta maestra delle novizie, poi vice priora, e lo fu fino alla morte. Nessuna di tali occupazioni disturbava la sua intima unione con Dio. Divorata dalla fiamma dello zelo, faceva di tutto per guadagnare anime al suo Sposo. La sua umiltà era prodigiosa: riguardava se stessa come l’obbrobrio del monastero, la più miserabile di tutte le creature: godeva di essere dimenticata, disprezzata e di fare i servizi più bassi. Patire e non morire, ecco la sua eroica espressione!
Dolorose infermità e forti aridità spirituali la colpirono negli ultimi anni; croci da lei bramate e sopportate pel suo celeste Sposo, finché andò ad unirsi a lui il 25 maggio del 1607, in età di anni 41.
PRATICA. L’uomo rifugge per istinto naturale dalle croci e dalla sofferenza e spesso si lagna dei suoi patimenti, senza pensare che il dolore è il crogiuolo attraverso al quale l’anima si purifica e diventa degna di veder Dio.
PREGHIERA. O Signore, amante della verginità, che hai favorito di celesti doni la beata Maria Maddalena vergine, accesa dal tuo santo amore, fa’ che mentre la veneriamo celebrandone la festa, la imitiamo nella purità e nella carità.
MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, vergine dell’Ordine delle Carmelitane, che a Firenze in Cristo condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione, pregò ardentemente per la riforma della Chiesa e, arricchita da Dio di doni straordinari, fu per le consorelle insigne guida verso la perfezione.
Nome: Santa Maria Maddalena de’ Pazzi
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Caterina de’ Pazzi
Nascita: 2 aprile 1566, Firenze
Morte: 25 maggio 1607, Firenze
Ricorrenza: 25 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di: Napoli